Cardinal Bozanić: La testimonianza pasquale è viva!
L'arcivescovo di Zagabria, cardinal Josip Bozanić, ha presieduto la celebrazione eucaristica pasquale nella cattedrale di Zagabria, concelebrata dal Nunzio Apostolico presso la Repubblica di Croazia, mons. Alessandro D'Errico e da sacerdoti dell’Arcidiocesi di Zagabria, con la partecipazione dei numerosi fedeli.
All’inizio della sua omelia, il Cardinale ha detto che oggi, nella nostra provvisorietà terrena, la celebrazione della Pasqua di quest’anno giunge in un momento difficile per l’Europa, poiché in questi giorni il sangue degli innocenti scrive la storia del tempo pasquale del nostro continente e di molte altre parti del mondo.
Egli ha ricordato le parole di papa Francesco e ha ripetuto che in quanto uomini e credenti sentiamo dolore per ogni vittima, e insieme con tutta la Chiesa perseveriamo nella preghiera e nell’invocazione al Signore affinché egli renda forti i cuori addolorati e converta i cuori delle persone che sono accecate da un crudele fondamentalismo. Il male ama le grandi rappresentazioni, e ha fatto in modo che anche la passione e morte di Gesù si svolgessero come uno scatenato festeggiamento, e che il sangue del torturato Figlio di Dio soddisfacesse gli occhi del pubblico, affinché con l'umiliazione subita dal Buon Pastore, i sentimenti dell’anima del gregge fino ad allora perduto venissero avvelenati.
Noi, oggi, non desideriamo partecipare a questo e non vi parteciperemo. Il Cardinale ha sottolineato come dobbiamo essere testimoni dell'azione di Dio, aggiungendo che tra di noi vi è molto bene, come dimostra questa cattedrale di Stepinac, soprattutto nei santi sacramenti. In questo Anno Santo della misericordia una moltitudine di fedeli, tra i quali si mettono in evidenza i nostri giovani, qui diventano partecipanti della misericordia di Dio attraverso il sacramento della santa confessione. La Chiesa, quindi, anche oggi nei suoi fedeli, in tutti quelli che credono in Cristo risorto, è una viva testimone della presenza di Dio e della sua vittoria, a volte colpita e ferita, fatta tacere e oggetto di attacchi, e ciononostante, essa resta testimone di Dio sulla terra.
Tutta la storia della Chiesa segue una cronologia di sangue, a iniziare dalla maggior parte degli apostoli, primi testimoni della risurrezione, i quali hanno concluso la loro vita nelle sofferenze, passando per i primi cristiani che sono stati brutalmente perseguitati nei luoghi di tortura e nelle arene, e di coloro che hanno perso la loro vita sotto i regimi totalitari del secolo scorso, fino ai nostri giorni, quando proprio i cristiani sono i credenti più perseguitati.
Tuttavia, ha aggiunto il Cardinale, là dove i cristiani non spargono il loro sangue, troppo spesso vengono crocifissi i valori che sono germogliati dalla Croce di Cristo. Per questo motivo, sotto il pretesto della libertà di espressione, in modo aggressivo vengono attaccati pubblicamente i testimoni che non nascondono la propria convinzione cristiana nella politica, nella cultura e nella scienza. Per questo motivo, alle famiglie che testimoniano l’immagine cristiana dell’uomo e della donna, del padre e della madre con i propri figli, vengono inviati messaggi che fanno loro intendere che essi sono meno benvenuti rispetto ad alcune altre forme di convivenza, con le quali si desidera presentare una cosiddetta nuova forma di vita familiare.
Nel contempo, si cerca di presentare come arretrati i giovani credenti che vogliono testimoniare la loro appartenenza a Cristo riunendosi in occasione di incontri di ispirazione cristiano. Tutti questi sono testimoni che disturbano il piano del Maligno, e quindi danno fastidio a qualcuno.
Il cardinale ha anche trattato del calo demografico che caratterizza la nostra società già da anni, ha sottolineato come purtroppo a qualcuno convenga che cresca la disperazione, che si sprofondi sempre di più, affermando che questa deforme rassegnazione può essere solamente il frutto dell'agire del Maligno. Per quale motivo, quando si creano le condizioni per il progresso e viene modellata la forza per la sua attuazione, si crea un nefasto rallentamento, nella maggior parte dei casi in chiave ideologica – ha domandato il Cardinale, ammonendo che in Croazia vi sono forze che sembra quasi siano incaricate e rese in grado di agire solamente allo scopo di rallentare il progresso, quando non riescono a fermarlo completamente.
Per questo motivo, se non riescono fare altro, impongono all’opinione pubblica sterili discussioni provenienti dal passato, come se il male, nella nostra Patria, desiderasse continuare ad avere il ruolo principale, dire la parola decisiva, nutrirsi delle luci del palcoscenico. In questi esempi, abbiamo la spiegazione del motivo per il quale la Passione e la morte di Gesù, la cui regia era dal Maligno, dovette accadere nel rumore della strada, mentre invece la Risurrezione nel nascondimento della tomba.
Nonostante questo, rimane il fatto che la Risurrezione è avvenuta! La testimonianza pasquale vive, e noi oggi viviamo per la Pasqua e dalla Pasqua.
Parlando del beato Alojzije Stepinac, il Cardinale si è domandato per quale motivo a qualcuno Stepinac dia fastidio, e per chi la sua figura rappresenti una minaccia. Si vuole ritrarre il beato Stepinac proprio con i metodi delle ideologie del male, del nazismo, del fascismo e del comunismo, le quali furono al potere nel tempo in cui egli visse, e con le quali ebbe a che fare nella misura in cui egli fu obbligato ad agire in quel tempo della storia del mondo e del suo popolo.
Chiunque desideri andare alla ricerca della verità, deve semplicemente seguire le orme di Stepinac, ricostruire il suo pellegrinaggio terreno anche a costo di soppesare ogni sua parola pronunciata o scritta, tuttavia, se egli segue il beato Alojzije Stepinac può giungere solamente a Cristo, il Cristo risorto.
Il Cardinale ha concluso la sua omelia pasquale con l’invito alla preghiera, affinché il Cristo risorto ci faccia dono della forza della testimonianza e infonda coraggio, fermezza e perseveranza nel vivere e nel testimoniare la fede.
Ufficio Stampa dell'Arcidiocesi di Zagabria