Frequenti mutamenti di confine
Nel Medio Evo la Diocesi di Zagabria confinava a est e a nord-est con la diocesi di Pecs, a nord-ovest con l'Arcidiocesi di Salisburgo, a ovest con il Patriarcato di Aquileia, a sud con la Diocesi di Corbava (Krbava) e quella di Knin, e a sud-est con la Diocesi di Bosnia.
La superficie della Diocesi mutò molte volte nella storia. Al tempo della sua fondazione, i suoi confini corrispondevano di massima a quelli del Banato di Slavonia, cioè di quella parte di Croazia che Ladislao aveva staccato dallo Stato croato (tra la Drava, la Sava e Gvozd), e aveva dato al nipote Almoš.
Nel XIV secolo, il confine a nord comprendeva la regione del Prekmurje (parrocchie di Ognissanti, Oltarec, Banok, San Lorenzo, Čestreg e San Giorgio) e del Prekodravlje (Berzencze e Babocsa), nell'attuale Ungheria. Dal Prekmurje, il confine si spostava a sud, tagliava il fiume Drava, e scorreva lungo l'attuale confine croato-sloveno sulla Sutla fino al suo estuario nella Sava. Dalla Sava verso ovest esso passava attorno a Gorjanci e scendeva ulteriormente verso sud, in modo tale da comprendere le città di Žumberak, Metlika e Črnomelj.
Il confine meridionale era «rappresentato da una linea che andava non lontano da Močila na Kupi fino a Budački nei pressi di Korana, la zona di Slunj (ma senza questa città), Cetina e Bužima fino a Novi na Uni, e poi scendeva verso sud includendo le contee medievali di Dubica, Sana, Vrbas nell'attuale Bosnia nord-occidentale, e proseguiva fino alla Sava fino a Stara Gradiška, dove con Struga, Sloboština e Rasasko confinava con la diocesi di Pecs, fino alla Drava presso Viljevo» (Šišić, Priručnik, Zagabria 1914, pagg. 346 ss.).
Suoi ulteriori punti di appoggio nell'attuale Bosnia erano Petrovac e Smoljan presso il monte Grmeč, Rastik tra Banja Luka e Jajce, e Glaža «sul confine di Usora». Nello stesso XIV secolo fu staccato dal territorio della diocesi di Zagabria il territorio attorno a Melitka e Črnomelj e aggregato al Patriarcato di Aquileia.
Dalla sua fondazione, la diocesi di Zagabria aveva un Capitolo diocesano a Zagabria, il quale, successivamente, divenne il maggiore e più rispettato Capitolo nel territorio della ex monarchia degli Asburgo. Dal 1232 ci fu anche il Capitolo collegiale dello Spirito Santo a Čazma (1232-1549), il quale, dinanzi agli attacchi dei turchi si rifugiò a Zagabria (1549-1807), in seguito a Lepoglava (1807-1811), e infine a Varaždin (1811).
A capo del Capitolo (arci)diocesano era il preposito di Zagabria, che dal 1625 ebbe un seggio e un voto Nel Parlamento ungherese, nonché i titoli, accompagnati da rendite reali, di «Priore di Vrana, abate di Santa Margherita di Bijela» (1625-1740, quando l’abbazia divenne solamente titolare, e per questo motivo poterono riceverla anche altri canonici) e di Consigliere segreto imperiale. Dalla sua fondazione nel 1232, e fino al 1942, il Capitolo collegiale dello Spirito Santo aveva il suo priore (‘Preposito di Čazma’), rappresentato sempre da uno dei canonici di Zagabria, e che quindi occupava sempre il primo posto subito dopo i dignitari (colonna: Gran Priore di Zagabria, lettore e cantore, o anche custode, e ciò fin dai tempi di Alagović), e davanti tutti gli arcidiaconi. Già prima del 1287 il Capitolo fondò anche il Collegio dei Prebendari costruito da 12 sacerdoti.
I capitoli, oltre a svolgere funzioni legate alla Chiesa, fino al 1848 rappresentavano anche loci credibiles, vale a dire istituzioni che garantivano publicam fidam a tutti i documenti privati o pubblici, cioè verificavano e depositavano gli atti d’importanza statale e sociale.
A Zagabria c'è una scuola cattedrale che ha la sua lunga storia parallela all’esistenza della Diocesi di Zagabria e della sede vescovile. La già esistente scuola cattedrale, come affermano gli statuti del Capitolo del 1334, fu redatta e migliorata dal vescovo di Zagabria, beato Agostino Casotti (1303-1322) secondo il modello degli studia solemnia domenicani e della prassi esistente delle scuole di grado universitario in Italia e in Francia.
Oltre allo studio della filosofia e della teologia, fu introdotto anche quello delle arti liberali (artes liberales). Il Terzo Concilio Generale Lateranense stabilì nel 1179 che ogni cattedrale diocesana doveva avere il suo maestro che insegnasse agli alunni e ai clerici poveri. Va da sé che anche a Zagabria fu applicata questa decisione del Terzo Concilio Lateranense. I canonici svolgevano anche il servizio di educatori e insegnanti, con una cura particolare degli alunni poveri senza alcun reddito.
Più tardi, il vescovo Juraj Drašković (1563-1584), in osservanza delle conclusioni del Concilio di Trento del 1576, rinnovò il seminario di Zagabria cha portava il nome ufficiale di Seminarium venerabili Capituli Zagrabiensis o Alumnatus venerabilis Capituli“. Il Capitolo diocesano aprì anche il Collegio croato a Vienna e l'Istituto croato a Bologna, dove i candidati della Chiesa di Zagabria per secoli ricevettero una formazione universitaria, e che fu abolito nel 1786 nell'ambito delle ‘riforme’ dell'imperatore Giuseppe II.
Nel secolo XIV, la Diocesi di Zagabria aveva più di 450 parrocchie divise in 14 arcidiaconati: Gora, Zagorje, Gušće, Svetačje, arcidiaconato della Cattedrale, Dubica, Komarnica, Gorica, Kalnik, Vaška, Čazma, Bekšin, Vrbovec (de Urbocz) e Varaždin, circostanza che viene menzionata negli statuti del Capitolo del 1334, mentre nel 1770 il vescovo Ivan Paksi fondò l'arcidiaconato di Turopolje, separando tutte le 48 parrocchie a sud del fiume Sava dal grande arcidiaconato della Cattedrale. Da quel momento vi sono 15 arcidiaconati. I grandi preposti di Zagabria, fino a Franjo Salis-Seewis (+1967), furono contemporaneamente arcidiaconi di Gora e Zagorje e i preposti di Čazma, fino a Josip Volović (+1942), erano gli arcidiaconi di Gušće e Svetačje.
Dopo i preposti e dignitari menzionati (columna), seguivano, in base all’onore, gli altri arcidiaconi, cominciando da quello cattedrale. La fiorente vita di fede e nazionale può essere rilevata dalla lista delle parrocchie della Diocesi di Zagabria del 1334 quando ve n’erano più di 450, nonché dalla lista dei sacerdoti della Diocesi di Zagabria del 1501, quando ne sono iscritti 818, e vengono menzionate 459 parrocchie con tendenza alla crescita.
Il territorio della diocesi fu notevolmente ridotto al tempo delle conquiste ottomane, giacché il vescovo di Zagabria non poté svolgere legalmente la propria funzione nei territori sottoposti al dominio turco. La linea di divisione andava da Virovitica e Đurđevac attraverso Čazma verso Sisak e Karlovac. Furono occupati interi arcidiaconati: Gora e Dubica (oggi nel territorio della Bosnia), Gušće e Svetačje (in Slavonia), Vaška e Komarnica (in Podravina e nella regione medievale della Bassa Slavonia tra i fiumi Ilova e Glovnica) e Čazma dal 1552.
Tale fatto risulta evidente dall’elenco delle parrocchie della Diocesi di Zagabria in occasione del Sinodo tenuto a Zagabria nel 1574 e organizzato dal vescovo Juraj Drašković; ve n’erano infatti 206 con tendenza alla diminuzione. Dopo la sconfitta dei Turchi nella guerra di liberazione presso Vienna, la superficie della Diocesi di Zagabria crebbe in Slavonia giacché tali territori non erano stati restituiti alla Diocesi di Pecs, cui erano appartenuti prima dell’occupazione turca, bensì fu annessa alla Diocesi di Zagabria nel 1701. Nel 1771, invece, la diocesi faceva registrare 261 parrocchie.
Con la fine del governo turco in Bosnia, il territorio della Bosnia occidentale, che era appartenuto alla Diocesi di Zagabria prima dell'occupazione dei Turchi - per questo motivo chiamata “Croazia turca”, non le fu restituito; al contrario, con decisione di papa Leone XIII, nel 1881 furono costituite delle diocesi in Bosnia-Erzegovina, e così questo territorio entrò a far parte della Diocesi di Banja Luka.
Nel 1777 furono staccate da Zagabria le regioni del Prekmurje e del Prekodravlje. Il Prekmurje fu aggregato alla Diocesi di Szombathely (Ungheria) di nuova fondazione, mentre il Prekodravlje entrò a far parte della Diocesi di Veszprém (Ungheria). Perciò nel 1778 la diocesi di Zagabria aveva solo 231 parrocchie, trenta in meno di sette anni prima. Nel 1900 essa ne aveva 348, nel 1944 vi erano 385 parrocchie, mentre nel 1965 ve n’erano 407. Il numero delle parrocchie era aumentato a seguito dello sviluppo degli abitati urbani e suburbani.
Sebbene Il governo comunista impedisse la costruzione di nuove chiese, al tempo degli arcivescovi Franjo Šeper e Franjo Kuharić le sedi di molte parrocchie si trovavano in case private o in appartamenti.
La maggiore riduzione di territorio subita dall'Arcidiocesi di Zagabria avvenne nel 1997 e nel 2010, non per un mutamento dei confini degli Stati o per conflitti bellici, ma per motivi pastorali, cioè per la fondazione di nuove diocesi, con sede a Požega, Varaždin, Bjelovar e Sisak.
La superficie della Diocesi mutò molte volte nella storia. Al tempo della sua fondazione, i suoi confini corrispondevano di massima a quelli del Banato di Slavonia, cioè di quella parte di Croazia che Ladislao aveva staccato dallo Stato croato (tra la Drava, la Sava e Gvozd), e aveva dato al nipote Almoš.
Nel XIV secolo, il confine a nord comprendeva la regione del Prekmurje (parrocchie di Ognissanti, Oltarec, Banok, San Lorenzo, Čestreg e San Giorgio) e del Prekodravlje (Berzencze e Babocsa), nell'attuale Ungheria. Dal Prekmurje, il confine si spostava a sud, tagliava il fiume Drava, e scorreva lungo l'attuale confine croato-sloveno sulla Sutla fino al suo estuario nella Sava. Dalla Sava verso ovest esso passava attorno a Gorjanci e scendeva ulteriormente verso sud, in modo tale da comprendere le città di Žumberak, Metlika e Črnomelj.
Il confine meridionale era «rappresentato da una linea che andava non lontano da Močila na Kupi fino a Budački nei pressi di Korana, la zona di Slunj (ma senza questa città), Cetina e Bužima fino a Novi na Uni, e poi scendeva verso sud includendo le contee medievali di Dubica, Sana, Vrbas nell'attuale Bosnia nord-occidentale, e proseguiva fino alla Sava fino a Stara Gradiška, dove con Struga, Sloboština e Rasasko confinava con la diocesi di Pecs, fino alla Drava presso Viljevo» (Šišić, Priručnik, Zagabria 1914, pagg. 346 ss.).
Suoi ulteriori punti di appoggio nell'attuale Bosnia erano Petrovac e Smoljan presso il monte Grmeč, Rastik tra Banja Luka e Jajce, e Glaža «sul confine di Usora». Nello stesso XIV secolo fu staccato dal territorio della diocesi di Zagabria il territorio attorno a Melitka e Črnomelj e aggregato al Patriarcato di Aquileia.
Dalla sua fondazione, la diocesi di Zagabria aveva un Capitolo diocesano a Zagabria, il quale, successivamente, divenne il maggiore e più rispettato Capitolo nel territorio della ex monarchia degli Asburgo. Dal 1232 ci fu anche il Capitolo collegiale dello Spirito Santo a Čazma (1232-1549), il quale, dinanzi agli attacchi dei turchi si rifugiò a Zagabria (1549-1807), in seguito a Lepoglava (1807-1811), e infine a Varaždin (1811).
A capo del Capitolo (arci)diocesano era il preposito di Zagabria, che dal 1625 ebbe un seggio e un voto Nel Parlamento ungherese, nonché i titoli, accompagnati da rendite reali, di «Priore di Vrana, abate di Santa Margherita di Bijela» (1625-1740, quando l’abbazia divenne solamente titolare, e per questo motivo poterono riceverla anche altri canonici) e di Consigliere segreto imperiale. Dalla sua fondazione nel 1232, e fino al 1942, il Capitolo collegiale dello Spirito Santo aveva il suo priore (‘Preposito di Čazma’), rappresentato sempre da uno dei canonici di Zagabria, e che quindi occupava sempre il primo posto subito dopo i dignitari (colonna: Gran Priore di Zagabria, lettore e cantore, o anche custode, e ciò fin dai tempi di Alagović), e davanti tutti gli arcidiaconi. Già prima del 1287 il Capitolo fondò anche il Collegio dei Prebendari costruito da 12 sacerdoti.
I capitoli, oltre a svolgere funzioni legate alla Chiesa, fino al 1848 rappresentavano anche loci credibiles, vale a dire istituzioni che garantivano publicam fidam a tutti i documenti privati o pubblici, cioè verificavano e depositavano gli atti d’importanza statale e sociale.
A Zagabria c'è una scuola cattedrale che ha la sua lunga storia parallela all’esistenza della Diocesi di Zagabria e della sede vescovile. La già esistente scuola cattedrale, come affermano gli statuti del Capitolo del 1334, fu redatta e migliorata dal vescovo di Zagabria, beato Agostino Casotti (1303-1322) secondo il modello degli studia solemnia domenicani e della prassi esistente delle scuole di grado universitario in Italia e in Francia.
Oltre allo studio della filosofia e della teologia, fu introdotto anche quello delle arti liberali (artes liberales). Il Terzo Concilio Generale Lateranense stabilì nel 1179 che ogni cattedrale diocesana doveva avere il suo maestro che insegnasse agli alunni e ai clerici poveri. Va da sé che anche a Zagabria fu applicata questa decisione del Terzo Concilio Lateranense. I canonici svolgevano anche il servizio di educatori e insegnanti, con una cura particolare degli alunni poveri senza alcun reddito.
Più tardi, il vescovo Juraj Drašković (1563-1584), in osservanza delle conclusioni del Concilio di Trento del 1576, rinnovò il seminario di Zagabria cha portava il nome ufficiale di Seminarium venerabili Capituli Zagrabiensis o Alumnatus venerabilis Capituli“. Il Capitolo diocesano aprì anche il Collegio croato a Vienna e l'Istituto croato a Bologna, dove i candidati della Chiesa di Zagabria per secoli ricevettero una formazione universitaria, e che fu abolito nel 1786 nell'ambito delle ‘riforme’ dell'imperatore Giuseppe II.
Nel secolo XIV, la Diocesi di Zagabria aveva più di 450 parrocchie divise in 14 arcidiaconati: Gora, Zagorje, Gušće, Svetačje, arcidiaconato della Cattedrale, Dubica, Komarnica, Gorica, Kalnik, Vaška, Čazma, Bekšin, Vrbovec (de Urbocz) e Varaždin, circostanza che viene menzionata negli statuti del Capitolo del 1334, mentre nel 1770 il vescovo Ivan Paksi fondò l'arcidiaconato di Turopolje, separando tutte le 48 parrocchie a sud del fiume Sava dal grande arcidiaconato della Cattedrale. Da quel momento vi sono 15 arcidiaconati. I grandi preposti di Zagabria, fino a Franjo Salis-Seewis (+1967), furono contemporaneamente arcidiaconi di Gora e Zagorje e i preposti di Čazma, fino a Josip Volović (+1942), erano gli arcidiaconi di Gušće e Svetačje.
Dopo i preposti e dignitari menzionati (columna), seguivano, in base all’onore, gli altri arcidiaconi, cominciando da quello cattedrale. La fiorente vita di fede e nazionale può essere rilevata dalla lista delle parrocchie della Diocesi di Zagabria del 1334 quando ve n’erano più di 450, nonché dalla lista dei sacerdoti della Diocesi di Zagabria del 1501, quando ne sono iscritti 818, e vengono menzionate 459 parrocchie con tendenza alla crescita.
Il territorio della diocesi fu notevolmente ridotto al tempo delle conquiste ottomane, giacché il vescovo di Zagabria non poté svolgere legalmente la propria funzione nei territori sottoposti al dominio turco. La linea di divisione andava da Virovitica e Đurđevac attraverso Čazma verso Sisak e Karlovac. Furono occupati interi arcidiaconati: Gora e Dubica (oggi nel territorio della Bosnia), Gušće e Svetačje (in Slavonia), Vaška e Komarnica (in Podravina e nella regione medievale della Bassa Slavonia tra i fiumi Ilova e Glovnica) e Čazma dal 1552.
Tale fatto risulta evidente dall’elenco delle parrocchie della Diocesi di Zagabria in occasione del Sinodo tenuto a Zagabria nel 1574 e organizzato dal vescovo Juraj Drašković; ve n’erano infatti 206 con tendenza alla diminuzione. Dopo la sconfitta dei Turchi nella guerra di liberazione presso Vienna, la superficie della Diocesi di Zagabria crebbe in Slavonia giacché tali territori non erano stati restituiti alla Diocesi di Pecs, cui erano appartenuti prima dell’occupazione turca, bensì fu annessa alla Diocesi di Zagabria nel 1701. Nel 1771, invece, la diocesi faceva registrare 261 parrocchie.
Con la fine del governo turco in Bosnia, il territorio della Bosnia occidentale, che era appartenuto alla Diocesi di Zagabria prima dell'occupazione dei Turchi - per questo motivo chiamata “Croazia turca”, non le fu restituito; al contrario, con decisione di papa Leone XIII, nel 1881 furono costituite delle diocesi in Bosnia-Erzegovina, e così questo territorio entrò a far parte della Diocesi di Banja Luka.
Nel 1777 furono staccate da Zagabria le regioni del Prekmurje e del Prekodravlje. Il Prekmurje fu aggregato alla Diocesi di Szombathely (Ungheria) di nuova fondazione, mentre il Prekodravlje entrò a far parte della Diocesi di Veszprém (Ungheria). Perciò nel 1778 la diocesi di Zagabria aveva solo 231 parrocchie, trenta in meno di sette anni prima. Nel 1900 essa ne aveva 348, nel 1944 vi erano 385 parrocchie, mentre nel 1965 ve n’erano 407. Il numero delle parrocchie era aumentato a seguito dello sviluppo degli abitati urbani e suburbani.
Sebbene Il governo comunista impedisse la costruzione di nuove chiese, al tempo degli arcivescovi Franjo Šeper e Franjo Kuharić le sedi di molte parrocchie si trovavano in case private o in appartamenti.
La maggiore riduzione di territorio subita dall'Arcidiocesi di Zagabria avvenne nel 1997 e nel 2010, non per un mutamento dei confini degli Stati o per conflitti bellici, ma per motivi pastorali, cioè per la fondazione di nuove diocesi, con sede a Požega, Varaždin, Bjelovar e Sisak.