Beato Agostino Casotti (Augustin Kažotić)
Il primo beato croato, domenicano e vescovo, è Agostino Casotti, il quale nacque a Traù (Trogir) attorno al 1260 e morì a Lucera, in Puglia, il 3 agosto 1323.
Egli entrò nell'ordine domenicano a Spalato. Dopo aver terminato gli studi alla Sorbona di Parigi, lavorò con fra Nicola di Boccassio che in seguito diventò cardinale e infine papa con il nome di Benedetto XI. Il Papa lo nominò vescovo di Zagabria nel 1301. Come vescovo di Zagabria scrisse opere teologiche e s’impegnò come predicatore.
Durante le visite pastorali nella diocesi egli incoraggiava i sacerdoti al lavoro pastorale e alla vita spirituale. Egli riformò la liturgia e introdusse l'originale “Rito Zagabrese“.
Fu il fondatore della Scuola della cattedrale, introdusse nella cattedrale la recita comunitaria dell'Ufficio Divino, s’interessò della situazione igienica e della salute del popolo, e si occupò dei poveri. Dava regolarmente ai poveri la maggior parte del suo reddito vescovile.
Molto presto Il Papa lo nominò vescovo di Lucera, una piccola città nell’Italia meridionale, dove egli morì dopo un solo anno di servizio episcopale. Il suo corpo è conservato nella cattedrale di Lucera, mentre una parte delle reliquie si trova nella cappella a lui dedicata nella cattedrale di Zagabria.
Egli fu beatificato nel 1702 da papa Clemente XI, mentre il processo per la sua canonizzazione è ancora in corso.
Baltazar Krčelić, storico e canonico, scrisse nel 1312 che durante la costruzione della cattedrale vi fu una grande siccità, e che con l'intercessione del santo vescovo, nell’attuale piazza Ban Jelačić sgorgò una fonte d'acqua, sistemata negli ultimi anni. Questa fonte è nota a tutti come Manduševac.
Egli entrò nell'ordine domenicano a Spalato. Dopo aver terminato gli studi alla Sorbona di Parigi, lavorò con fra Nicola di Boccassio che in seguito diventò cardinale e infine papa con il nome di Benedetto XI. Il Papa lo nominò vescovo di Zagabria nel 1301. Come vescovo di Zagabria scrisse opere teologiche e s’impegnò come predicatore.
Durante le visite pastorali nella diocesi egli incoraggiava i sacerdoti al lavoro pastorale e alla vita spirituale. Egli riformò la liturgia e introdusse l'originale “Rito Zagabrese“.
Fu il fondatore della Scuola della cattedrale, introdusse nella cattedrale la recita comunitaria dell'Ufficio Divino, s’interessò della situazione igienica e della salute del popolo, e si occupò dei poveri. Dava regolarmente ai poveri la maggior parte del suo reddito vescovile.
Molto presto Il Papa lo nominò vescovo di Lucera, una piccola città nell’Italia meridionale, dove egli morì dopo un solo anno di servizio episcopale. Il suo corpo è conservato nella cattedrale di Lucera, mentre una parte delle reliquie si trova nella cappella a lui dedicata nella cattedrale di Zagabria.
Egli fu beatificato nel 1702 da papa Clemente XI, mentre il processo per la sua canonizzazione è ancora in corso.
Baltazar Krčelić, storico e canonico, scrisse nel 1312 che durante la costruzione della cattedrale vi fu una grande siccità, e che con l'intercessione del santo vescovo, nell’attuale piazza Ban Jelačić sgorgò una fonte d'acqua, sistemata negli ultimi anni. Questa fonte è nota a tutti come Manduševac.