s. Marija Jula Ivanišević
Suor Jula Ivanišević, nome di battesimo Kata, nacque il 25 novembre 1893 a Staro Petrovo Selo, in Slavonia, ottava di undici figli dei genitori Nikola e Tera, nata Šimunović. Trascorse l'infanzia e la gioventù nel villaggio natale, dove terminò la scuola elementare. Quando compì diciotto anni, espresse il desiderio di andare suora. La madre, tuttavia, si oppose alla sua decisione. Poté realizzare la sua vocazione dopo la morte della madre, nel 1914.
Emise i voti temporanei il 16 agosto 1916. All'inizio svolse il proprio servizio nei conventi della Congregazione delle Figlie della divina carità a Breške e Josipovac presso Tuzla, nonché a Betanija nei pressi di Sarajevo. Per un anno fu presso l'orfanotrofio territoriale di Zagabria, e successivamente fu eletta superiora della 'Casa di Maria' a Pale, dove, a parte una breve interruzione, rimase fino alla morte.
Ognuno era benvenuto e veniva accolto dall'ospitalità e dall'affabilità di suor Jula alla Casa di Maria, sia se vi fosse giunto a motivo di qualche necessità, sia solamente per una visita. Nella Cronaca dell'Istituto San Giuseppe (1931–1941) viene annotato come che bambini e madri, alunni e insegnanti, sacerdoti e vescovi, poveri e ricchi, viaggiatori ma anche rifugiati, potessero sempre venire, riposarsi e pregare.
Fin da bambina, tutti dicevano di lei che era la bontà fatta persona. Tutte le testimonianze della sua vita di religiosa parlano allo stesso modo. Sia come semplice suora, sia come superiora, era molto vicina alle sue consorelle e non le era difficile dare loro il proprio letto, sebbene poi ella dovesse dormire sul pavimento.
Suor M. Huberta Ciglar testimonia di lei: «Non l’amavano solo le consorelle, ma anche il popolo del villaggio e dei paesi vicini. Sempre allegra, sorridente. Voleva rallegrare tutti. Dimostrava una grande amore verso i bambini dell'orfanotrofio statale. Li accettò in quella vecchia casa e diede loro tutto ciò che era necessario affinché i bambini si riprendessero».
Suor M. Ela Boras scrive di lei: «Ella aveva un modo di fare calmo, il suo viso era sereno, ma serio, così che tutto il suo essere rifletteva qualcosa di nobile, di santo... ».
Suor M. Imakulata Orban scrive: «Suor Jula era in testa, e le altre la seguivano. Avevo la sensazione su suor Jula che fosse un'anima angelica – pura, formata, sempre serena, gentile e pronta ad aiutare, dinamica. Devota e piena di entusiasmo per la sua vocazione. Come superiora era saggia e giusta. Verso le suore a lei sottoposte era una vera sorella e madre, perciò tutti l'amavano e la rispettavano».
Nel novembre del 1941 suor Jula scrisse a sua sorella: «I tempi sono difficili, e il male cresce ogni giorno. Siamo come al fronte, sparano sempre tutto intorno a noi, di giorno e di notte, viviamo nel terrore quotidiano. E’ nato ed è cresciuto un grande male, e la miseria regna ovunque. Intorno a noi si distrugge e si brucia, si ruba e si rapisce, gli uomini diventano sempre più selvaggi e peggiori delle belve.
Noi, grazie a Dio, siamo ancora vive e vegete... Aspettiamo ciò che Dio stabilirà per noi... Non potete immaginare come siamo qui. Se rimarremo vive, e un giorno ci incontreremo, ti dirò tutto. Se usciremo vive da questo male, sarà un vero miracolo di Dio. Prega per me affinché sia perseverante e riesca a superare felicemente questa prova, poiché tutti siamo deboli e abbiamo paura dei tormenti e delle sciagure».
Tratto dalla pagina web: www.kblj.hr/drinskemucenice