Zagrebačka nadbiskupija

Arcidiocesi di Zagabria

S. M. Krizina Bojanc

Suor M. Krizina Bojanc, nome di battesimo Josefa, nacque il 14 maggio del 1885 nel villaggio di Zbura (vicino a Šmarjetske Toplice in Slovenia), seconda di sei figli della madre Marija (nata Bizjak) e del padre Mihael. Entrò nella Congregazione delle Figlie della divina carità il 28 dicembre 1921 quando aveva trentasei anni. Tre anni dopo, anche sua sorella Angela – suor M. Alfonza – entrò nella Congregazione. Suor Krizina pronunciò i voti religiosi il 28 luglio 1923.

Per i primi due anni fu nel convento Betania vicino a Sarajevo, successivamente nella Casa di Maria a Pale, e poi a Breške e a Tuzla. Il 16 aprile 1939 fu di nuovo trasferita alla Casa di Maria, come lei aveva chiesto, dove rimase fino alla morte.

Ella faceva cose molto semplici. Curava il bestiame e lavorava nei campi, lavava e rammendava i vestiti. Era molto timida e molto gentile verso la gente e anche verso gli animali domestici. Suor M. Regina Golčić dice di lei che era «un modello di suora, semplice, modesta e diligente», e suor M. Rafaela Blatnik ricorda come ella fosse «molto religiosa, modesta, tranquilla e un esempio per tutti».

Suor M. Valerija Trgovčević testimonia che «tutta la sua vita e il suo lavoro erano una preghiera continua» e suor M. Gumberta Smolin racconta che un sacerdote francescano disse suor M. Krizina «Voi avete una suora veramente santa».

Le consorelle si confidavano volentieri con lei. Suor Valerija dice di lei: «Questa povera suora attirava con la sua bontà e gentilezza, e potevi confidarti con lei senza timore che venisse rivelato ciò che le avevi  detto...».

Suor M. Krizina venerava in modo speciale la Madonna. Pregava il rosario in ogni occasione. Parlava della Madre di dio: «Maria, nostra buona Madre! Nostra sicura ausiliatrice!».

Tre giorni prima di essere imprigionata dai cetnici con le sue consorelle dalla Casa di Maria a Pale, suor M. Krizina era a Sarajevo. Sua sorella Angela – suor Alfonza - sentì degli spari intorno a Pale e disse: «Cara sorella, vieni a Sarajevo per non essere uccisa». Lei rispose: «Nessuno ci ucciderà. Non abbiamo fatto nulla di male a nessuno».

Tratto dalla pagina web:  www.kblj.hr/drinskemucenice