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Cardinal Bozanić: Dobbiamo opporci alla cultura dell'esclusione, della divisione e dell'irresponsabilità



Lunedì 18 maggio 2015, l'arcivescovo di Zagabria, cardinal Josip Bozanić, è stato ospite della trasmissione "Glas za čovjeka” ("Voce per l'uomo") della Televisione croata, curata dal redattore e conduttore Branimir Bilić.
 
Nella parte introduttiva della trasmissione, rispondendo alle domande sulle allarmanti statistiche che parlano di una sempre maggiore povertà e della necessità di proteggere la dignità di ogni uomo, il cardinale ha esposto la propria esperienza personale degli incontri con i fedeli nelle parrocchie dell'Arcidiocesi di Zagabria, affermando che gli incontri per lui più dolorosi sono quelli con i giovani disoccupati. Come ha detto papa Francesco, nella società viene introdotta il sistema dell'esclusione. Si trattano le persone come se fossero un oggetto. Il cardinale ha detto che la società è stratificata in una stragrande maggioranza che vive nella povertà, e un'esigua minoranza che ha sempre di più, mentre scompare la classe media.
 
Il conduttore Bilić ha ricordato le famose "strutture di peccato" menzionate in un'omelia del cardinale, domandando chi è responsabile della creazione di una società ingiusta e di una situazione senza uscita. Il cardinale ha detto che ci deve sempre essere qualcuno che si assuma delle responsabilità, che le autorità hanno il dovere di trovare modi attraverso i quali vincere l'ingiustizia e creare una società di eguali possibilità per tutti.
 
All'annotazione del conduttore Bilić che dalla Croazia sono emigrati all'estero più di centocinquantamila giovani, il cardinale ha risposto che quella che soffre il popolo croato è una grande crisi, ed essa non può essere risolta se manca un dialogo sincero tra tutte le persone responsabili. 
 
Alla domanda sulla Chiesa e sull'invito di papa Francesco a essere tra gli uomini, nelle periferie e ad aiutare attivamente i poveri, il cardinale ha risposto che il popolo è inseparabile dalla Chiesa, giacché i fedeli sono la Chiesa, e che le istituzioni e chi guida la Chiesa fanno ciò che è possibile nella testimonianza della vicinanza all'uomo con opere concrete. Egli ha inoltre sottolineato che la Chiesa deve sempre utilizzare i propri beni per le necessità delle persone, affermando che, ad esempio, l'Università cattolica croata, pur rappresentando una grande fonte di spesa per l'Arcidiocesi di Zagabria, essa è stata avviata per le persone, per il bene della Croazia. Tutti gli investimenti della Chiesa nella cultura, nell'educazione, nella Caritas, sono investimenti nelle persone e per le persone.
 
Il cardinale ha detto che l'unico modo di superare le divisioni nella società che ci distruggono al nostro interno deve essere trovato nel dialogo sincero che esige un atteggiamento di accettazione e di perdono, aggiungendo che è importante riconoscere la verità e non sovraccaricare le persone con le ideologie.
 
Commentando il settantesimo anniversario della tragedia di Bleiburg, celebrato sabato scorso, egli ha sottolineato che la moltitudine che si è raccolta a Bleiburg impegna e invia il chiaro messaggio che Bleiburg e simili orrori non devono ripetersi. Responsabilmente, ho detto che dobbiamo discostarci da tutte le ideologie e dai loro simboli. In questo senso, non dobbiamo rimanere a metà strada.
Il cardinale ha poi espresso la propria preoccupazione per il sempre più frequente mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori, avvertendo che il diritto al lavoro è un diritto fondamentale di ogni uomo, e che le autorità devono assicurare tale diritto a ogni uomo che desidera e può lavorare.
 
Rispondendo alla domanda sulla relativizzazione della Guerra per la Patria e sull'umiliazione dei reduci croati, il cardinale ha detto che incontrando i reduci ha avuto la possibilità di venire a conoscenza delle loro difficoltà. Esse non sono collegate a diritti materiali; in realtà, i reduci sentono che vengono traditi gli ideali e gli scopi per i quali hanno dato le loro vite e la loro salute. I reduci sono il polso del popolo, essi indicano ciò che si trova alla base della società, ciò che è minacciato - la dignità dell'uomo e lo scopo comune di una Patria libera e di successo.
 
Verso la fine della trasmissione, il cardinale ha detto che andiamo incontro alla canonizzazione del beato Alojzije Stepinac, e ha espresso il desiderio che essa possa avere luogo in Croazia.
 
Concludendo la trasmissione, il conduttore Bilić ha trattato ancora una volta lo stato della Chiesa, ponendo la domanda sull'uscita nelle periferie, l'apertura delle finestre, la pulizia nelle proprie file. Il cardinale ha risposto che la Chiesa è sempre in un cammino di rinnovamento, che essa è di Dio attraverso lo Spirito Santo che la rinnova e purifica da tutto ciò che è cattivo, ciò che non è conforme al Vangelo, e da ciò che è umano. In tal senso, ha concluso il cardinale, gli stimoli e le direttive di papa Francesco sull'uscita nelle periferie ci sono cari.
 

Ufficio Stampa dell'Arcidiocesi di Zagabria
 
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