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Nella cattedrale di Zagabria domenica 19 gennaio 2020 si è tenuta la centrale celebrazione ecumenica della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno.
Insieme all’arcivescovo di Zagabria, cardinale Josip Bozanić, hanno presieduto la celebrazione ecumenica il metropolita di Zagabria-Lubiana della Chiesa serbo ortodossa, Ecc.za Rev.ma Porfirije Perić, il vescovo della Chiesa evangelica in Croazia, sig. Branko Berić, il vescovo della Chiesa riformata calvinista in Croazia, sig. Peter Sen, il presidente dell’Unione delle Chiese battiste in Croazia, il pastore Ivica Horvat, nonché il protoiereo stavroforo padre Kirko Velinski, parroco della Chiesa ortodossa macedone in Croazia.
Inoltre alla celebrazione hanno partecipato anche i seguenti distinti ospiti: cardinale Jean-Claude Hollerich SI, arcivescovo di Lussemburgo, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (COMECE) e il pastore Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europe (CEC), nonché l’arcivescovo Giorgio Lingua, Nunzio Apostolico presso la Repubblica di Croazia, mons. Želimir Puljić, arcivescovo di Zara e presidente della Conferenza episcopale croata, mons. Vjekoslav Huzjak, vescovo di Bjelovar-Križevci e rappresentante della Conferenza episcopale croata presso il COMECE; i vescovi ausiliari di Zagabria mons. Ivan Šaško e mons. Mijo Gorski, nonché i membri della Commissione dell’Arcidiocesi di Zagabria per l’ecumenismo e il dialogo, rev. Marijan Franjčić, presidente, fra Juro Zečević Božić, OCD, segretario, s. Marija Bilanović, ASC, rev. Vladimir Kerečeni, dott. Tomislav Kovač, signora Miljenka Kuridža, fra Daniel Patafta, OFM, mons. Antun Sente e rev. Robert Šreter.
Successivamente alla presentazione dei rappresentanti delle singole comunità cristiane e l’iniziale invocazione di preghiera, il presiedente principale della celebrazione, cardinale Bozanić, nel suo indirizzo di saluto ai presenti e introducendo la celebrazione ha detto che in questa celebrazione ci uniamo con i cristiani di tutto il mondo, attenti a mostrare amore per l’uomo che è al centro del tema di quest’anno, espresso dalle parole degli Atti degli apostoli: «Giungiamo ora davanti al Signore con fiducia. Crediamo nella Sua presenza tra di noi. Insieme rivolgiamoGli le nostre suppliche per le intenzioni delle quali sentiamo una grande necessità, mentre, nello stesso tempo, affrontiamo le nostre debolezze e limiti».
Non dimentichiamo il dono di Cristo della vicinanza con il quale possiamo ripartire nuovamente.
Dopo avere invocato i doni dello Spirito Santo, i Presiedenti la celebrazione hanno pronunciato la preghiera di pentimento. Successivamente vi è stato l’annuncio della Parola di Dio cui sono seguiti i discorsi dei sei rappresentanti delle Chiese.
All’inizio della Sua omelia, il card. Bozanić ha trattato la Lettera Apostolica (Aperuit illis) con la quale papa Francesco ha istituito nella Chiesa cattolica la Domenica della Parola di Dio.
Affermando che è difficile rimanere indifferenti dinanzi al Vangelo annunciato, dinanzi all’atmosfera nella quale Gesù invia i discepoli a predicare la Buona Novella, il Cardinale ha posto l'accento su due questioni. La prima è quella che il Risorto giunge ai suoi discepoli che si trovano in uno stato di smarrimento, paura, chiusura nei dubbi e incapaci di credere a chi aveva visto il Risorto. E sebbene Gesù li rimproveri per l’ostinazione dei loro cuori e per la loro incredulità, a loro, proprio come sono, affida la grande opera dell’annuncio della Buona Novella, insieme alle opere che rappresentano chiari segni della fede. “Ciò rappresenta un incoraggiamento anche a noi, affinché, nei momenti in cui ci manca l’entusiasmo, quando sentiamo la pesantezza dei sogni non realizzati e delle speranze traballanti, non dimentichiamo il dono di Cristo della vicinanza con il quale possiamo iniziare nuovamente. Noi siamo nella Sua opera, non siamo mai abbandonati solamente alle nostre forze”, ha detto il Cardinale.
Quale secondo accento il Cardinal ha menzionato la Risurrezione e l’Ascensione, due roccaforti che hanno in comune “la venuta di Gesù”, che diventa dono della Sua nuova presenza nel mondo attraverso lo Spirito, con il quale i fedeli possono trasfigurare il mondo nella costruzione del Regno di Dio.
“E’ inusuale” ha detto il Cardinale, “che gli apostoli dopo l’Ascensione di Gesù non siano delusi. Vedendo l’andare di Gesù al Padre, attraverso lo Spirito essi scoprono la verità e il valore della sua discesa. In Gesù Dio ha voluto vivere la nostra umanità, il peso della vita dell’uomo; si è messo tra i peccatori per essere immerso nella vita del mondo che è opera del Suo amore”.
Trattando il motto della Settima di preghiera di quest’anno “Gli abitanti del luogo usarono verso di noi una gentilezza non comune” (At 28,2), il Cardinale ha fatto presente che il testo originale in greco utilizza la parola “filanthropia”, un forte concetto cristiano, il cui valore è riconosciuto da tutti gli uomini. «Dio ha inviato Suo Figlio nel mondo per l’uomo, per salvarlo da ogni naufragio della vita, per annunciare il cammino che porta alla pienezza di vita, l’umanesimo cristiano, che cresce dalla creaturalità dell’uomo e del mondo, si realizza nell’amore verso il prossimo, e non nell’egoismo».
Alla conclusione della sua omelia, il Cardinale, ricordando l’ormai prossimo Incontro della gioventù cattolica croata che si terrà a Zagabria l’8 e il 9 maggio, ha sottolineato: «Quale proprio motto i giovani hanno scelto le parole di Maria: “Fate ciò che vi dirà!” (Gv 2,5). Le nostre opere hanno una forza non comune se sono nate dalla Parola di Dio e dal mistero della Sua vicinanza. A chi crede e vive per la fede, si aprono vasti orizzonti. L’uomo che non è chiuso in sé stesso parla con la nuova lingua dell’amore per l’uomo e dell’ospitalità, e l’Amore di Dio per lui diventa motivo di fiducia.
E mentre nel mondo odierno vediamo molte realtà che minacciano e preoccupano, la nostra celebrazione di questa sera manifesta che desideriamo percorrere insieme il cammino indicato da Gesù. Ringraziamo il Signore per questo fatto e Lo preghiamo di continuare a indirizzarci e a condurci».
Il Metropolita Perić: L’amore per l’uomo è la stessa natura dell’Amore di Dio
Dopo il cardinal Bozanić, ai presenti si è rivolto il metropolita di Zagabria-Lubiana, Ecc.za Rev.ma Porfirije Perić, sottolineando che l’amore per l’uomo è la stessa natura dell’Amore di Dio. Trattando il testo letto dagli Atti degli Apostoli, ha fatto presente il fatto della crisi migratoria in corso nel Mare
Mediterraneo: «In quel tempo - il tempo di Paolo - il Mare Mediterraneo si è mostrato un mare di ospitalità, e ciò proprio da parte di chi non conosceva Dio, mentre in questo nostro tempo lo stesso Mare Mediterraneo si mostra inospitale, si mostra un mare caratterizzato dall’assenza di amore per l’uomo, un mare che è una tomba di chi porta in sé l’icona di Dio, di quelli che per comandamento di Dio sono invitati a essere nostro prossimo».
Il metropolita Perić ha concluso il suo discorso con parole di invito a domandarci se stiamo percorrendo il cammino lungo il quale ci chiama Gesù, il cammino della salvezza «poiché nel nostro rapporto verso il prossimo noi non solo otteniamo la salvezza o la perdiamo, bensì rendiamo questo mondo e questa terra un paradiso o un inferno».
Il vescovo Berić: L’unità è la preghiera del Signore per la Chiesa, ed Egli ci accompagna lungo tale cammino
Nel suo discorso, il vescovo della Chiesa Evangelica in Croazia Branko Berić ha sottolineato che l’esempio tratto dagli Atti degli Apostoli parla di come un incontro fortuito può creare una comunità: «Quanto più le Chiese curano la comunione e la fiducia, tanto più esse riusciranno nel loro scopo. La grazia liberante di Dio ci dà la forza di essere uomini nuovi», ha detto il vescovo Berić.
Egli ha concluso il suo discorso dicendo: «Mentre preghiamo per il dono dell’unità visibile, lo facciamo con fede incrollabile, con forte pazienza e di speranza piena di attesa, confidando nella Provvidenza di Dio. L’unità è la preghiera del Signore per la Chiesa, ed Egli ci accompagna lungo tale cammino, quindi non ci perderemo».
Il vescovo Sen: Che tutta la nostra vita sia un servizio reso a Dio
Il vescovo della Chiesa riformata calvinista in Croazia, sig. Peter Sen, ha affermato nel suo discorso che il forte Dio vuole che la nostra fede si rafforzi anche attraverso gli incontri ecumenici. Sottolineando che il mondo ci offre molte prove, il vescovo Sen ha detto che esse rappresentano un’occasione per rafforzarci nella fede, per avvicinarci a Dio e gli uni agli altri. Egli ha quindi concluso: «Rafforziamo la fede, rispettiamo Dio, amiamo il prossimo affinché l’intera nostra vita sia un servizio reso a Dio».
Il pastore Horvat: Noi che apparteniamo a Cristo non possiamo tacere dinanzi alla crisi migratoria
Il presidente dell’Unione delle Chiese battiste in Croazia, il pastore Ivica Horvat, nel suo intervento ha trattato il motto dell’ottavario di preghiera di quest’anno, nonché il comandamento di Gesù dell’amore verso i nemici (vedi Mt 5,43-48). Parlando di questo secondo aspetto nel contesto della crisi migratoria, il pastore Horvat ha sottolineato ciò che segue: «L’invito di Gesù non è indirizzato a che ci amiamo gli uni gli altri, poiché ciò è sottinteso, sebbene spesso lottiamo interiormente anche per questo, bensì Gesù ci invita ad amare i nostri nemici. Quanto noi come cristiani e le Chiese siamo caduti sotto l’influsso delle forze politiche ed economiche che con le loro manipolazioni dichiarano gli uomini nelle sventure, i migranti nostri nemici? Chiediamoci se come discepoli di Gesù Cristo, come cristiani, abbiamo il diritto con il nostro assenso silenzioso o chiudendo gli occhi dinanzi alla realtà, inviare un messaggio che lo standard di amore di Gesù nel tempo odierno non può più essere applicato?
Il pastore Horvat ha concluso affermando che «Gesù a noi chiede che apriamo il nostro cuore e le nostre risorse, che mostriamo il nostro amore per l’uomo non di tutti i giorni, sempre e indipendentemente da chi si tratta».
Padre Velinski: Il nostro prossimo è ogni uomo nella necessità senza differenze
Alla fine, quale Presiedente della celebrazione si è rivolto a tutti il protoiereo stavroforo padre Kirko Velinski, parroco della Chiesa ortodossa macedone in Croazia. Affermando che recentemente abbiamo celebrato la Nascita del Figlio di Dio che è venuto a salvare l’uomo, padre Velinski ha sottolineato che la fede cristiana si fonda su due comandamenti dell’amore: verso Dio e verso il prossimo. Ma chi è il nostro prossimo? Ogni uomo nella necessità senza alcuna differenza.
«Il motto di quest’anno dell’ottavario di preghiera ci spinge a rafforzare il nostro amore verso l’uomo. Solamente con l’amore verso l’uomo attraverso opere di bontà possiamo dimostrare che siamo veramente di Cristo», ha concluso il suo discorso padre Velinski.
Dopo i discorsi dei Presiedenti la celebrazione, è seguita la Confessione della fede, e successivamente alle preghiere dei fedeli che sono state lette dai membri della Commissione dell’Arcidiocesi di Zagabria per l’ecumenismo e il dialogo, è poi seguita la preghiera del Padre Nostro e il rito della pace con lo scambio di un segno di pace.
Prima della benedizione conclusiva impartita dal cardinal Bozanić, con un discorso d’occasione si sono rivolti ai presenti il cardinal Jean-Claude Hollerich, SI, arcivescovo di Lussemburgo, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e il pastore Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europee.
Il cardinal Hollerich: I cristiani devono costruire insieme un migliore futuro dell’Europa
Esprimendo la sua gioia per avere potuto partecipare a questa celebrazione di preghiera, il cardinale Hollerich ha testimoniato che, come missionario in Giappone nel 1985, egli ha compreso che la divisione tra i cristiani rappresenti una contro-testimonianza del Vangelo che viene trasmetto per il mondo. Parlando della sua esperienza quale presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa sul dialogo con diverse istituzioni dell’Unione Europea, il cardinal Hollerich ha affermato: «Come cristiani possiamo imparare qualcosa dalle istituzioni europee. Se guardiamo al passato dell’Europa, non guardiamo alle guerre e ai conflitti, bensì a ciò che ci collega e unisce. La storia non ispira al revanscismo, bensì alla riconciliazione. Tale riconciliazione aiuta i cittadini dell'Europa a costruire un futuro migliore e più bello».
Il cardinal Hollerich, invitando i presenti a pregare per lui e per il successo della sua funzione, ha concluso affermando che «insieme come cristiani in Europa dobbiamo sforzarci di costruire un futuro migliore».
Pastore Krieger: Insieme possiamo portare la testimonianza del Regno di Dio nel mondo
Il Pastore Krieger ha espresso la gioia di potere partecipare alla celebrazione, trasmettendo i saluti dei membri delle Conferenze delle Chiese europee cui fanno parte 115 diverse comunità provenienti da oltre quaranta Paesi europei. Egli ha inoltre affermato: «Per queste Chiese l'ecumenismo e l’unità sono un compito e un dono, un dono e un compito. Tutti noi siamo in Cristo, tutti annunciamo il Regno di Dio e tutti speriamo di potere vivere questo Regno. Insieme possiamo testimoniare questo Regno nel mondo e nel mondo politico».
Trattando il tema della presidenza di turno dell’Unione Europea da parte della Croazia, egli ha affermato che è tradizione degli incontri del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa e della Conferenza delle Chiese europee visitare il Paese che ha la presidenza. In tal senso, egli ha detto che si incontrerà con il primo ministro croato per parlare dei progetti che si programma di realizzare.
«A noi sta a cuore l’Europa della giustizia, della pace, un’Europa sensibile dal punto di vista sociale, un’Europa democratica e accogliente» - ha concluso il suo discorso il pastore Krieger invitando alla preghiera per la realizzazione di tali scopi.
La celebrazione di preghiera è stata animata dal canto del coro maschile della cattedrale diretto dal prof. Miroslav Martinjak.
FOTOGRAFIA: Il cardinal Hollerich in preghiera presso la tomba del beato Alojzije Stepinac.
Ufficio di comunicazione dell'Arcidiocesi di Zagabria