Presiedendo la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Zagabria il 1° gennaio 2016 in occasione della solennità di Maria Madre di Dio, l'arcivescovo di Zagabria, Josip Bozanić, ha detto: «Di cuore Vi saluto in occasione del primo giorno del nuovo anno, e auguro a voi e a tutti i vostri cari che esso sia benedetto».
Nella sua omelia, il cardinale ha trattato il brano di Vangelo letto in occasione di questa celebrazione (Lc 2, 16-21) che ci porta nuovamente a Betlemme, alla mangiatoia nella quale giace il neonato. Questo passo, ha detto il cardinale, ci dice che è Maria colei che porta con sé la memoria della storia della salvezza e la memoria della Chiesa. Preghiamo anche noi di poter capire, con lo sguardo e la comprensione di Maria, ciò che Dio fa per noi.
Nel proseguo dell'omelia egli ha spiegato l'ultima frase del brano di Vangelo che parla della circoncisione di Gesù, sottolineando come tale atto rappresenti il segno dell'appartenenza di Gesù al popolo eletto d'Israele. Egli ha ricordato come ciascuno di noi appartenga a una determinata famiglia, abbia parenti, una discendenza, una città, un popolo, quindi non si può avere un'appartenenza generale e universale. Chi ha un buon rapporto verso la propria famiglia, i propri cari e il proprio popolo, comprenderà bene come è necessario agire con giustizia anche verso l'intera umanità.
A Gesù è stato dato anche un nome - ha proseguito il cardinale - il quale veniva da Dio e significa "Dio salva". Quanto è bello e importante il ruolo dei genitori che scelgono il nome per il proprio figlio! Il nome rappresenta l'identità, e ciò attraverso cui qualcuno è riconoscibile. Il cardinale ha inoltre affermato: «Quindi voi, cari genitori, siate coscienti che quando date un nome al vostro bambino, contrassegnate anche la sua identità».
Il cardinale ha ricordato come la pienezza dei tempi, della quale san Paolo parla nella sua lettera ai Galati, sia avvenuta nel momento in cui Dio è entrato in modo così potente nella storia umana, aggiungendo che tale pienezza ha luogo ogni volta che ci apriamo a Dio, quando ciò che è nostro e ciò che è di Dio diventano una cosa comune. Il cardinale ha terminato la sua omelia con le seguenti parole: "Preghiamo Dio affinché entri senza sosta nella nostra vita, e che ciò che facciamo sia buona cosa presso Dio".
Ufficio Stampa dell'Arcidiocesi di Zagabria